Avviso di Convocazione Assemblea Sestiere di Porta Tufilla APS del 1 dicembre 2024 e 2 dicembre 2024.
Si comunica che, presso la sala della Parrocchia dei S.S. Pietro e Paolo, in Via Amadio n. 11/A, è convocata dal Consiglio Direttivo/Comitato di Sestiere l’Assemblea del Sestiere di Porta Tufilla APS per il giorno 1 dicembre 2024 alle ore 06:00 in prima convocazione, e per il giorno 2 dicembre 2024 ore 21:30 in seconda convocazione, per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno
1. Comunicazioni del Presidente/Caposestiere;
2. Nomina Commissione Elettorale per le elezioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo/Comitato di Sestiere del 15-12-2024;;
3. Varie ed eventuali
Si fa presente che l’esercizio dei diritti sociali, secondo l’art. 4 dello Statuto Sociale, “spetta agli associati fin dal momento della loro iscrizione nel libro degli associati, sempre che essi siano in regola con il pagamento della quota associativa”. Secondo l’art. 8.4, dello Statuto Sociale, “..Ciascun associato ha diritto ad un solo voto. L’esercizio del diritto di voto spetta agli associati iscritti da almeno 3 mesi nel libro degli associati, sempre che essi siano in regola con il versamento della quota associativa annuale..”.
Ascoli Piceno, lì 19 novembre 2024
Il Presidente/Caposestiere
Matteo Silvestri
BUON LAVORO A TUTTI
Il saluto del Console Francesco Mazzocchi
Dopo la vittoria del palio dei record dell’agosto 2021 credo che nessuno poteva immaginare che, un anno dopo alla vigilia della rievocazione storica, il nostro sestiere si sarebbe trovato senza un comitato, commissariato. Non credo sia questo lo spazio per descrivere quanto accaduto, ormai noto a tutti i sestieranti rossoneri, ma certamente è opportuno e utile augurarsi che tutti i membri del comitato, a cominciare dal Vostro Console che scrive, facciano autocritica e riconoscano i propri errori, anche se commessi in buona fede o in una esasperata voglia di contrapposizione dannosa per la vita di sestiere. Ognuno, prima di riconoscersi nelle proprie ragioni, abbia l’umiltà di mettersi nei panni di chi ha idee e pensieri diversi e che questo possa servire per confrontarsi in modo diverso, costruttivo per il Sestiere e per la propria crescita personale. A dirigere il sestiere c’è Cristiano Fioravanti, membro del Consiglio degli Anziani, nominato Commissario che si è messo al lavoro chiedendo l’aiuto di tutti, ai vecchi consiglieri e a quanti credono di poter dare il proprio contributo per organizzare la stagione quintanara. Questo è davvero un banco di prova importante per vedere quanti, all’interno dell’arme rossonera, si muovono solo e esclusivamente per il prestigio e la crescita del sestiere e chi invece si muove quale portatore di interessi di parte, di presunti e assodati privilegi, di sleale e sgradevole chiacchiericcio. Credo che il periodo di commissariamento sia il primo passo importante, di chi voglia dirigere il sestiere, per acquisire la credibilità e stima necessari per candidarsi alla guida dell’arme rossonera. Quindi l’augurio del Console è un semplice “buon lavoro a tutti” e la raccomandazione a tutti i quintanari di stringersi intorno all’unica, grande, vincente certezza che in questo momento ha il sestiere. Sto chiaramente parlando di Massimo Gubbini che torna per difendere i suoi record e portare in via Amadio un altro palio. Sarà l’occasione che
lui ci offre, a tutti, per stare ancora insieme, per vincere i nostri pregiudizi e per provare a sorridere con chi ci siamo guardati fino ad oggi in cagnesco. Sarà l’occasione perché a vincere non sia solo Massimo Gubbini ma tutto il sestiere a cui non dovrà mancare mai, nella buona o cattiva sorte, entusiasmo e sana passione.
UN ESEMPIO DA SEGUIRE
La figura di un Quintanaro storico: Franco Calvaresi
Dal 1955 in costume quintanaro, ricoprendo molteplici ruoli: Franco Calvaresi ha indossato il suo primo costume da giullare, o come lui dice da “folletto”. “Erano i primi anni, non c’era tutta l’organizzazione di oggi e ti capitava di dover ricoprire ruoli diversi ed io – aggiunge Franco – ho vestito i panni del guardiacaccia, del valletto, del tamburino e gentiluomo con mia moglie Adriana, appena sposati. Mi è capitato anche di sfilare in sostituzione dell’allora Console Ugo Saldari malato e pure il Custode dei palii ed avevo con me un paggetto d’eccezione: Francesco Catalucci, aveva 6 anni e sarebbe poi diventato uno dei più bravi sbandieratori della Quintana”. Franco Calvaresi ricorda con piacere l’incontro con il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, in visita ad Ascoli il 31 ottobre 1981 e la partecipazione della Quintana sul palco del Festivalbar nel 1994. Ma la Quintana non è solo cortei, sfilate e partecipazioni; essere quintanaro significa pure lavoro, fatica, condivisione e voglia di stare insieme. “La sede di Porta Tufilla – ricorda Franco – è stata per molti anni vagante per Campo Parignano: dai garages ex Ferrero (nei pressi dell’ex Gil) alla chiesa del Sacro Cuore, dal villino del cavalier Raimondi (primo capo sestiere) ai fondaci di Borgo Chiaro, dalle prove nel piazzale che sarebbe diventato Piazza Diaz, ai box dello stadio Del Duca per poi approdare nel chiostro di S.Antonio Abate”. “E ogni volta – continua – è stato sempre ricominciare da capo, senza alcun aiuto dalle istituzioni, a ripulire e accomodare locali, facendo leva sulla passione e qualche aiuto generoso. Ne abbiamo fatte e passate tante, tra piccole incomprensioni e grandi risate e – ricorda – mi mancano i miei amici di avventura Emidio Mattei (lu frate), Sergio Fazzini (katafò) Giovanni Sermarini (lu pretare) con cui ho condiviso tanta fatica ma anche tanta passione”. “Le divisioni odierne – conclude Franco – non le capisco. Si litigava anche nei tempi passati ma poi ci si chiariva davanti a un buon bicchiere, senza bisogno di ricorsi e avvocati e si ricominciava a lavorare, senza rancori”.
Franco Calvaresi è già in clima quintanaro e, a dispetto di qualche acciacco, è pronto per la sfilata, con il suo costume da Nobile che indossa da decenni, a rappresentare la continuità dell’arme rossonera e l’esempio per i più giovani che si avvicinano alla rievocazione storica qualche volta con sufficienza mentre sarebbe il caso di ricordare loro che “non c’è futuro senza memoria”.