Le origini della Quintana: dall’epoca romana al Medioevo
Le radici della Giostra della Quintana sono considerate antichissime, alcuni le identificano con il periodo storico del IX secolo, quando i Saraceni invasero il territorio dei Piceni. Questo giustificherebbe la presenza del busto, da colpire, posto sul campo di gioco che rappresenta il moro, il nemico della Fede.
Da un punto di vista etimologico, invece, si considera valida anche l’ipotesi che parola quintana troverebbe la sua derivazione dal francese “quintaine” o dalla parola latina “quintus”.
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Riferire l’origine alle storia romana trova giustificazione nell’abitudine dei legionari di allenarsi, con la spada o con il giavellotto, a colpire un palus, alto circa 6 piedi, ancorato al terreno della strada dell’accampamento destinata al mercato ed alle esercitazioni militari. Questa strada era la “via quintana” che divideva il quinto ed il sesto manipolo e da cui deriverebbe il nome della competizione.
La traduzione in volgare, del 1496, degli Statuti Ascolani redatti in latino nel 1377, assicura che già allora fosse consolidata abitudine che questo torneo concludesse la giornata del 5 agosto in cui si tenevano i festeggiamenti in onore di sant’Emidio. Si svolgeva in piazza Arringo e vi partecipavano i cavalieri della oligarchia magnatizia cittadina ed anche altri, pervenuti da diverse località, su invito degli ascolani.
Oltre alla Quintana, nel primo pomeriggio, vi era anche la “giostra dell’anello”, che apriva la competizione sportiva. Si disputava tra cavalieri a cavallo che, dopo una lizza al galoppo, avrebbero dovuto infilare, con una lancia, un anello appeso ad una catenina, fissata ad un palo posto in mezzo alla piazza.
L’anello in argento, dal peso di quattro once e dal diametro di 10 cm circa, costituiva anche il premio per il vincitore.