La Quintana dei record, bè si fa presto a dire record ma dietro alla Giostra di domenica scorsa vi è un meticoloso, quasi maniacale lavoro di limature, che poi porta al risultato tanto atteso e sperato. Un mosaico che si compone durante l’anno pezzo dopo pezzo e può capitare che qualche tassello non si incastri alla fine nel modo giusto e che l’esito sia lontano dalle aspettative. Così era accaduto per esempio a luglio quando la Giostra conclusa al secondo posto col decimo punteggio assoluto di sempre aveva lasciato l’amaro in bocca un po’ a tutto l’ambiente rossonero per non essere riusciti a sfruttare le enormi potenzialità di Trentino, apparso lontano dagli standard cui ci aveva abituato anche in prova durante l’anno.
Però come ha detto Gubbini fresco di vittoria ai microfoni domenica scorsa, il lavoro del cavaliere è quello di fare rendere al meglio il suo cavallo che è l’autentico protagonista della pista ed ecco allora che ligio al suo credo il Gladiatore si presentava alle successive prove a porte chiuse con una serie di accorgimenti tecnici che miglioravano di molto il feeling con la pista. Le cose andavano decisamente meglio, i tempi tornavano a scendere avvicinandosi a quelli sperati ma ancora non bastava, ci voleva ancora qualcosa, ci voleva un ulteriore step per dare la svolta.
Arriviamo così a lunedì 26 quando l’ulteriore correzione di qualche dettaglio ci fa (ora sì) raggiungere il target cui miravamo, in prova Trentino stampa infatti una tornata da 50 (e spicci) in scioltezza, quasi fatto di conserva dopo aver concluso il terzo assalto. Era il segnale che aspettavamo.
La settimana trascorre così con la consapevolezza di esserci, di essere sicuramente competitivi per la vittoria e neanche il balordo sorteggio dell’offerta dei ceri, scalfisce questa convinzione. Si può vincere. Si deve vincere, come ricorda il console durante la cena Propiziatoria e come grida per tutta la notte il caloroso popolo rossonero.
Ed eccola la Giostra in una domenica caldissima, caratterizzata da folate di garbino che rendono l’aria bollente. Ad infiammare la gara ci pensa invece già il primo cavaliere chiamato a correre che stampa sul cronometro un 50″ netti di tornata e tre centri che rendono bene l’idea di quanto sarà difficile e combattuta questa Quintana. Il già ricordato sorteggio del sabato ci ha “regalato” il compito piuttosto ingrato di chiudere le tornate e dunque i cavalieri in pista si susseguono, facendo segnare buoni tempi. La tensione sale. Tocca a noi. Trentino è una scheggia, Gubbini un cecchino: il cronometro si ferma a 49.8 (nuovo record della pista che unito ai 3 centri fanno 704 punti, nuovo record di tornata).
Le successive due tornate fatte in fotocopia e chiuse in 50,5 allargano il gap con tutti gli altri e diventano i migliori tempi di sempre fatti registrare alla seconda ed alla terza tornata (quest’ultimo mini record apparteneva già a Trentino con 50,6 ad agosto 2019). Il totale fa 2084, un punteggio impensabile alla vigilia, un incastro di tessere in un puzzle perfettamente riuscito che neanche nei nostri sogni più dolci avevamo osato immaginare.
È festa in campo, sugli spalti e successivamente in sede dove si inneggia al cavaliere ed alla Quintana dei record fino a tarda notte. L’undicesimo palio è in cassaforte e lo è grazie al contributo ed al lavoro di tutti. Del cavaliere e dello staff che lo segue innanzitutto, ma anche di tutti i sestieranti rossoneri, che qualsiasi sia il loro ruolo hanno simbolicamente contribuito a costruire la vittoria e portato il proprio mattoncino alla costruzione della Quintana dei record. E il bello è che non finisce qui…ad maiora!
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