La sede del nostro sestiere: un lungo peregrinare tra le vie del quartiere.
La sede di Porta Tufilla è stata un lungo peregrinare all’interno delle vie di Campo Parignano tanto che si può tranquillamente affermare che nel corso degli anni le ubicazioni della sede sono state maggiori dei Consoli e pari ai capo sestieri.
La Quintana muove i primi passi nel 1955 con il cav. Mario Raimondi, proprietario del negozio Lanerossi, che mette a disposizione la sua casa, anche per gli anni a venire e fino alle Olimpiadi di Roma (1960) quale sede del sestiere ma sarebbe più corretto dire come “magazzino” poiché, al tempo, la sede non era, e non poteva essere altrimenti, il luogo di aggregazione dei quintanari. La villetta, ubicata tra via Monte Grappa e via Damiano Chiesa, era il posto dove le sarte cucivano vestiti e bandiere e dove i figuranti andavano solo per chiedere di partecipare alla rievocazione storica e prendere il costume.
Successivamente la sede/magazzino fu spostata in un garage di viale Marcello Federici, ubicato al termine di una ripida discesa di fronte all’ex Gil per poi occupare i locali, di fianco al Cine Roma, di proprietà della parrocchia del Sacro Cuore. E qui la sede diventò qualcosa di più di un magazzino. Si preparavano lo stesso tamburi e bandiere, si provavano suoni ed evoluzioni nei campetti dell’ex Gil ma in parrocchia c’era anche il bigliardino, il tavolo da ping-pong e la rete per giocare a pallavolo: ci si vedeva più spesso, non solo per la Quintana e per la gioia di Don Gaetano Romagni che vedeva la sua parrocchia frequentata da tanti giovani.
Dalla chiesa del Sacro Cuore a Santa Chiara il passo fu breve e in pochi anni furono cambiate parecchie sedi: tutte nei pressi dei due bar che si affacciavano ai lati del ponte che da Campo Parignano porta verso via delle Zeppelle dove abitava il capo sestiere del tempo, Piero Trenta, che oltre a mettere a disposizione i locali per i costumi prestava il suo garage che veniva trasformato, per la settimana prima del torneo, in stalla: era festa per i più piccoli quando arrivava il cavallo accudito da un signore anziano che tutti chiamavano “il maresciallo” ma nessuno sapeva il suo vero nome. Il nome del cavallo, però, era arcinoto: era il mitico Draghetto che ci avrebbe regalato due palii grazie ancha alla bravura del cavaliere Paolo Giusti, anche lui idealizzato come una “star” del tempo: alto, muscoloso, “moro”, definito un gran bell’uomo che arrivava con macchine lussuosissime e qualcuno ricorda una Ferrari gialla, peraltro senza seri riscontri.
Dalla casa del capo sestiere si ripassò di nuovo il ponte sul Chiaro nei locali adibiti a classe distaccata della scuola elementare di Borgo Chiaro: i locali si affacciavano in via Amadio nel nuovo palazzo costruito dove prima c’era una segheria di travertino. Il palazzo denominato “della regione” poiché vi erano ubicati gli uffici decentrati della Regione Marche fu sede di Porta Tufilla per una sola estate. Dopodichè si attraversò di nuovo il ponte per stazionare diversi anni in via Po: prima nei locali dell’allora capo sestiere Adriano Calvaresi e successivamente in altri locali, sotto la scalinata di ingresso al ponte: sede sotterranea e soggetta ad allagamenti alla prima pioggia autunnale tanto che, più di una volta, i costumi rimasero danneggiati.
Fino ad allora il problema sede non esisteva poiché si fidava parecchio nell’iniziativa e nel buon cuore dei sestieranti ma l’accrescere del patrimonio costumistico e delle attrezzature pose al primo punto del programma quintanaro, siamo ai primi anni ’80, la necessità di sedi stabili e soprattutto salubri con Porta Tufilla che vedeva esaudita la richiesta degli spazi in un paio di box all’interno della tribuna est dello stadio “Del Duca”.
Dal “Del Duca”, dopo molte richieste e promesse disattese, si ritornò a Campo Parignano e più precisamente all’interno del Chiostro della Chiesa di Sant’Antonio Abate, allora di proprietà comunale. Al sestiere vengono assegnati i locali dell’ala nord al primo piano del chiostro. Sicuramente la più bella sede quintanara dell’epoca e i rossoneri erano orgogliosi di quella sede che, a proprie spese e con la fatica dei quintanari, fu completamente restaurata tanto da divenire “location” per servizi fotografici delle coppie che si sposavano nell’attigua chiesa di SS Pietro e Paolo e meta di servizi televisivi e trasmissioni come “Sereno Variabile” con Osvaldo Bevilacqua e Patrizia Pellegrino.
Sempre in quegli anni, Puccio Corona, indimenticato giornalista Rai, volle usare le immagini del chiostro e della cena medievale di Porta Tufilla, a cui partecipò l’intera troupe della Rai, per la sigla della diretta della Quintana.
Si sa che l’appetito vien mangiando e i dirigenti del sestiere approfittarono del fatto che i capannoni Sauc (rimesse degli autobus) furono dismessi e l’amministrazione comunale concesse uno dei due stabili in cui nacque il Tufilla Club, vero centro di aggregazione per i quintanari rossoneri e al servizio di tutto il quartiere. Sembrava un sogno: sede storica all’interno del chiostro e centro di aggregazione a pochi passi. Troppo bello per essere vero! Infatti, con l’accordo della “ Congrua Pars” tra Curia e Amministrazione comunale, i locali al primo piano del chiostro sono tornati di proprietà della parrocchia mentre al sestiere di Porta Tufilla venivano assegnati altri locali ubicati a piano terra del lato sud del chiostro minore, rimasti di proprietà del Comune.
Il resto è storia recente: i locali assegnati e già usati da Porta Tufilla sono stati successivamente affidati all’ERAP ma è cambiata la destinazione d’uso. Tra alterne vicende (e qualche incomprensione) finalmente sembra arrivato a definizione il problema sede con l’assegnazione in via definitiva del capannone ex Sauc al sestiere rossonero. Ora c’è attesa per l’opera di risanamento dell’intero stabile per rendere la sede completamente fruibile per le attività statutarie e per le innumerevoli iniziative che il comitato di sestiere ha messo in cantiere nei locali rossoneri che per ora contano, un salone per feste e pranzi sociali, una sala riunioni e un’ampio spazio adibito a magazzino ove sono riposti i costumi e le insegne del Sestiere.